Più produttività e meno assenteismo aumentando il benessere sul luogo di lavoro
Come un obbligo di legge può diventare un’opportunità per sconfiggere la crisi
Da una parte c’è l’obbligatorietà di effettuare, entro il 31 dicembre di quest’anno, la valutazione del rischio stress, con redazione del relativo documento di valutazione, dall’altra la necessità di affrontare problemi concreti come infortuni, malattie, ma anche assenteismo, che causano un effettivo calo di produttività.
Problemi che possono essere ridotti, anche in misura importante, con semplici accorgimenti che possono aumentare il comfort all’interno dei luoghi di lavoro.
Può bastare girare una scrivania, alzare un monitor, schermare la luce diretta del sole, puntare verso l’alto (piuttosto che sulle postazioni di lavoro) le luci artificiali.
Gli esperti presenti all’incontro hanno illustrato come possa bastare anche attutire i rumori e magari mettere una pianta vicino alla finestra “per aumentare la produttività del 25% e ridurre l’assenteismo del 20%. Sono questi – ha spiegato Michele Gentilini della Gentilini S.r.L. –, i dati di chi ha saputo investire con lungimiranza nel riadattare il proprio luogo di lavoro”. Aspetti che toccano profondamente anche la questione sicurezza (ogni anno l’Italia conta 450 mila infortuni dei quali 1.100 mortali), strettamente correlata ai fattori che, nell’ambiente di lavoro, possono causare stress.
“Ogni anno lo stress è causa di quasi il 60% dei casi di giornate di lavoro perse – ha ricordato Dario Marcolin, responsabile ambiente e sicurezza Veneto Più S.r.L. –, quantificate da uno studio europeo in quasi 20 miliardi di euro perduti ogni anno. Per questo dovremmo approcciare la valutazione del rischio stress richiesta per legge entro fine anno come una opportunità, coinvolgendo i dipendenti in un processo di miglioramento di tutto il processo produttivo”.
Ecco che un investimento per ridurre il rischio di stress in azienda può anche trasformarsi in una opportunità di rinnovamento, nella quale assume un compito chiave l’interior designer, che “tenendo conto di funzioni, ergonomia, tecnologia, ecologia e aspetto estetico – ha spiegato Giorgio Pellizzaro, co-fondatore e responsabile marketing e formazione Scuola Italiana –, rimodella il nostro luogo di lavoro rendendolo più accogliente e piacevole da vivere”. Considerato che sul luogo di lavoro ci si passa dal 33% al 50% della vita quotidiana. Da Daniele Bincoletto, responsabile vendite Italia Patt – Gruppo Fantoni S.p.A., in chiusura, sono stati dati agli imprenditori presenti alcuni consigli pratici su come migliorare il comfort sul proprio luogo di lavoro.
In un mondo del lavoro fortemente modificato, “nel quale i lavoratori oggi sono sempre più collaboratori dell’imprenditore che non semplici dipendenti”, come ha ricordato nel suo intervento la presidente del gruppo giovani di Confapi, Marika Vittadello, occorre pensare che “come emerso da recenti indagini, per un dipendente – ha aggiunto Gentilini – il valore dell’azienda è dato dal benessere che l’azienda gli offre prima ancora che dallo stipendio”.